HR NEWS n.53 del 16/10/2025

La verifica dei debiti fiscali nei pagamenti delle PA: evoluzione normativa e impatti operativi

La disciplina sulla verifica degli inadempimenti, recentemente ampliata dalla Legge di Bilancio 2025, rappresenta uno strumento centrale nel sistema di contrasto all’evasione fiscale, imponendo alle Pubbliche Amministrazioni specifici obblighi di controllo prima dell’erogazione di determinati pagamenti.

La verifica della posizione debitoria dei beneficiari di pagamenti pubblici è uno strumento essenziale previsto dal legislatore per garantire il rispetto degli obblighi tributari e migliorare l’efficacia del sistema di riscossione.

Tale procedura è disciplinata dall’art. 48-bis del D.P.R. n. 602/1973, che obbliga le Pubbliche Amministrazioni e le società a prevalente partecipazione pubblica a controllare, l’eventuale presenza di debiti iscritti a ruolo a carico del soggetto beneficiario. In caso di accertata inadempienza per un ammontare pari almeno ad Euro 5000, l’ente erogatore deve sospendere il pagamento e segnalare la situazione all’agente della riscossione territorialmente competente.

Questo meccanismo è stato recentemente ampliato con l’introduzione di nuovi obblighi di verifica per specifiche categorie di redditi da lavoro. L’art. 1, comma 84, della Legge 30 dicembre 2024, n. 207 ha infatti esteso l’applicazione della norma anche ai pagamenti da effettuare a titolo di stipendio, salario, indennità o altri importi connessi al rapporto di lavoro, inclusi quelli dovuti per licenziamento, purché di importo superiore a 2.500 euro netti. Questa estensione sarà operativa a partire dal 1° gennaio 2026, data indicata espressamente nella medesima legge.

È importante chiarire che la misura non riguarda genericamente tutti i percettori di redditi da lavoro, ma esclusivamente coloro che rientrano in due condizioni congiunte:

  1. percepiscono mensilmente redditi da lavoro dipendente o da pensione superiori a 2.500 euro netti;
  2. risultano inadempienti per un ammontare complessivo di almeno 5.000 euro derivante da cartelle di pagamento, sanzioni, multe o altri debiti verso l’Erario.

In presenza di tali condizioni, il pagamento (stipendiale o pensionistico) sarà soggetto a blocco automatico da parte dell’amministrazione, che dovrà procedere alla segnalazione all’agente della riscossione per l’attivazione delle relative misure di recupero. Il sistema, pensato per rafforzare la lotta all’evasione, punta a introdurre un’azione tempestiva ed efficace, anche su somme erogate in forma ricorrente.

A differenza delle erogazioni ordinarie, nel caso di somme legate al rapporto di lavoro, la normativa stabilisce che il controllo debba essere effettuato sul valore netto da corrispondere al dipendente o al pensionato, al netto delle trattenute fiscali, previdenziali e assistenziali. Tale principio è stato già chiarito dalla Circolare MEF n. 22/2008, la quale resta un riferimento interpretativo importante per evitare errori applicativi.

Tuttavia, questa nuova estensione solleva alcune criticità operative, in particolare per le istituzioni scolastiche e per le amministrazioni decentrate, che spesso non gestiscono direttamente il pagamento degli stipendi, essendo questi erogati centralmente dal MEF tramite il sistema “cedolino unico”. Di conseguenza, la responsabilità della verifica in tali casi resta in capo al Ministero dell’Economia e delle Finanze, mentre le scuole dovranno occuparsi solo dei pagamenti superiori a 2.500 euro effettuati direttamente con fondi del proprio bilancio, come ad esempio per compensi accessori o progetti finanziati autonomamente.

In previsione dell’entrata in vigore del nuovo obbligo, si rende pertanto auspicabile un coordinamento efficace tra i diversi livelli istituzionali, con la predisposizione di linee guida operative aggiornate e univoche, che tengano conto delle specificità organizzative delle amministrazioni periferiche. Solo attraverso una governance chiara e condivisa sarà possibile applicare in modo coerente, equo e sostenibile una norma pensata per contribuire al recupero dell’evasione fiscale e alla tutela dell’interesse pubblico.


Tax News pubblicata il 16/10/2025 da Sergio Fedele


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